Adios Hugo!

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Il presidente venezuelano Hugo Chavez è morto a 59 anni, a Caracas alle 16.25 locali del 05/03/2013 in seguito a un tumore contro cui ha lottato per due anni.

Si è detto e scritto molto di Hugo Chavez, dal grande statista, al peggiore dei criminali e dittatori che questo pianeta abbia conosciuto negli ultimi 60 anni. La verità la possiamo ritrovare fortunatamente tra chi è stato il destinatario diretto delle sue politiche, ovvero i cittadini venezuelani. Di Chavez si può dire che nacque povero, da una famiglia umile, che intraprese la carriera militare, affiancandola a quella universitaria in scienze politiche, scoprendo la storia del Sud America, in particolare quelle del celebre eroe venezuelano Simon Bolivar, colui che riuscì a dare l'indipendenza alla Bolivia e molti altri stati dell'America meridionale.

Fu proprio grazie a questa influenza, che nella mente di Chavez, e forse ancora di più nel suo cuore, si installò un sentimento di rabbia, misto a riscossa e profondo rispetto per quella parte di mondo in cui abitava, che per secoli fu oggetto di guerre e conquiste delle grandi potenze vincitrici che si susseguivano nel corso dei secoli, in particolare gli USA. Tentò inizialmente un colpo di stato contro Perez nel 1992, quando ebbe abbastanza potere da poter avere con se numerose persone, ma tale tentativo fallì miseramente, fu arrestato, ma graziato, in quanto il popolo venezuelano si sollevò in massa.

Hugo Chavez

Costretto ad abbandonare l'esercito per tale gesto non rimase con le mani in mano, anzi decise di salire in politica, fondando un partito che ancora oggi rappresenta la forza maggioritaria del Paese, vincendo le elezioni del 1998, diventando finalmente Presidente del Venezuela. Il suo sogno era diventato realtà, lui che così povero, a mala pena mangiava pochi grammi di riso al giorno, vivendo nella miseria e nella povertà più totale, era riuscito a diventare la persona più importante del suo Stato. Di lì a poco diventerà la persona che non solo cambierà le sorti del Venezuela, ma anche dell'intera America Meridionale, scontrandosi in maniera accesa contro l'Occidente e gli USA, cercando di proteggere il più possibile gli interessi della sua popolazione.

Dal punto di vista politico Chavez si ispirava al modello socialista, ma ben diverso da quello cinese o russo, troppo autoritario e poco producente, un nuovo modello, che poi negli anni successivi verrà applicato in tutta l'America del Sud, in maniera più o meno mediata, dall'Argentina, al Perù, alla Bolivia, ed in parte anche dal Brasile. Alcuni aspetti particolari della sua politica furono ad esempio il caso in cui offrì il suo aiuto alla causa no-global, dichiarandosi, inoltre, favorevole a un socialismo patriottico e democratico che "deve essere umanista e deve mettere gli esseri umani e non le macchine in condizioni di superiorità nei confronti di tutto e di tutti", concetto ribadito anche nella successiva riunione del suo governo, svoltasi nel febbraio del 2005. L'azione di Chávez in realtà non risponde a un'ideologia ben definita e coerente: in generale il suo pensiero accoglie elementi del nazionalismo e del socialismo ed ha come riferimento principale la figura di Simón Bolívar.

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Lo dimostra ciò che disse nel suo discorso alla sessione per il 60° anniversario dell'ONU, del 15 settembre 2005 « Simón Bolívar, padre della nostra Patria e guida della nostra Rivoluzione, giurò di non dare riposo alle sue braccia, né dare riposo alla sua anima, fino a vedere l'America libera. Noi non daremo riposo alle nostre braccia, né riposo alla nostra anima fino a quando non sarà salva l'umanità ». Chavez era da sempre un cattolico praticante, benché seguisse politiche laiche. Sulla sua fede personale, vicina anche alla teologia della liberazione, ha detto tra l'altro, esprimendo il desiderio di incontrare Papa Benedetto XVI, durante la Mostra del cinema di Venezia nel 2009:« I rapporti con la Chiesa sono buoni: c'è qualche vescovo che mi critica, è vero, ma mi piacerebbe andare a trovare il Papa. Vogliamo vivere nel messaggio di Cristo, io sono cristiano e credo che dobbiamo tutti essere come grandi fratelli. Noi veniamo da una grande civiltà: quando non c'era ancora New York, c'erano i calendari maya e aztechi. E la colonizzazione spagnola e portoghese ha ridotto le popolazioni del Sudamerica da 90 milioni a 4 milioni in 200 anni. Una cosa che ha provocato la tratta degli schiavi, così noi siamo figli dell'uno e dell'altro popolo ».

Hugo Chavez con Benedetto XVI

Tra le misure prese da Chávez, in gran parte reinvestendo i proventi petroliferi: lo stanziamento di 1641 miliardi di bolivar (circa 314 milioni di euro) per la ricerca scientifica, l'aumento del 40 % degli stipendi degli insegnanti, borse di studio e istruzione gratuita, creazione di una banca popolare con bassi crediti per scopi sociali e umani, come l'acquisto di un alloggio familiare, creazione di cooperative, abolizione del latifondo, nazionalizzazione dei pozzi petroliferi, uscita del Venezuela dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, blocco della fuga di capitali e della svalutazione del bolivar, incremento alla sanità pubblica con seicento centri di diagnostica. Il PIL venezuelano è cresciuto fino a 50 trilioni di bolivares nel 2006.

Nel dicembre del 1999, nacque la nuova costituzione, confermata da un altro referendum. Tra i punti più significativi:
-l'attenzione ai diritti umani,
-il passaggio della struttura dello Stato da una democrazia rappresentativa a una nuova forma chiamata "Democrazia Participativa y Protagónica".
-l'istituzione del "referendum revocatorio" per tutte le cariche elettive, presidente compreso, nella seconda metà del mandato;
-la modifica del nome dello Stato del Venezuela in "Repubblica Bolívariana del Venezuela"
-la modifica della durata del mandato presidenziale da cinque a sei anni, con possibilità di una sola rielezione.

Approvata la nuova costituzione, tutte le cariche pubbliche elettive dovettero essere sottoposte al voto popolare e anche Chávez, rimesso il suo mandato, si ricandidò alle nuove elezioni presidenziali. Confermato a larga maggioranza (59,5% dei voti) il 30 luglio del 2000, Chávez, a capo del nuovo parlamento (rinominato "Assemblea Nazionale") diede avvio all'attuazione della nuova costituzione. Chávez chiamò questa fase Rivoluzione Bolívariana Pacifica.

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Il nodo dolente della sua politica, in gran parte incentrata nel rilancio del Paese e delle fasce più deboli della popolazione, fu però la strategia adottata in politica estera. Il fatto che il petrolio fosse stato nazionalizzato per mano sua, gli creò i peggiori nemici che un uomo di questo secolo possa combattere: le compagnie multinazionali del petrolio. è evidente come gli USA avessero interesse su tale combustibile(basti pensare all'Iraq e i conflitti che ne seguirono), ma anche la Francia, Spagna, Arabia Saudita, Italia, Germania, Inghilterra, e fossero riuniuti sotto un'unica bandiera, quella "corsara" per impedire che un altro stato potesse legittimamente arricchirsi al posto loro. Il paradosso che però non fu accettato dall'Occidente fu la politica monetaria che Chavez adottò, uscire dal FMI fu l'ultimo passo verso la sua tomba, un gesto di tale portata sganciava il Venezuela da ogni politica dei grandi paesi con moneta forte, dunque USA/dollaro ed Europa/Euro e l'idea di vedere circolare dei bolivar stampati a go-go in tutta l'America del Sud fece letteralmente sobbalzare i vecchi signorotti della finanza mondiale.


Hugo Chavez4

Dunque incominciarono le aspre critiche al suo regime ed alla sua persona, definendolo dittatore, criminale della peggior specie, trafficante di droga(nonostante avesse dichiarato guerra ai trafficanti di droga, specie cocaina), gli USA persino lo inserirono nella loro TopTen dei paesi "canaglia" con i quali gli unici gesti consentiti erano i movimenti dei pollici sulla cloche dei bombardieri per sganciare quante più bombe possibili sul Venezuela. L'idea di un conflitto armato in tale paese fu però lasciata da parte(dato l'epilogo disastroso delle ultime campagne militari), bisognava cercare di fermare Chavez ed i suoi amici meridionali con altri mezzi, più subdoli, più raffinati e meno appariscenti, che potessero lasciare impunito l'autore del reato.

Va da se che a questo riguardo si sono fatte numerose congetture, come il complotto internazionale, ribadito dallo stesso Chavez e dal suo staff di governo, e le accuse di Maduro: "Un complotto imperialista" - Poche ore prima, Maduro aveva accusato: la malattia è opera dei nemici "imperialisti" del Venezuela, che vogliono "destabilizzare" il Paese e che hanno inoculato il cancro al leader bolivariano così come è già successo al capo palestinese Yasser Arafat. Una teoria del complotto rivolta in primo luogo agli americani, al termine di una giornata drammatica in Venezuela, apertasi con un comunicato diramato dal governo in cui si definivano le condizioni del presidente "molto delicate" a causa di un aggravamento dei problemi respiratori provocati da "una nuova e grave infezione".

Presidenti America del Sud Hugo Chavez Cuba Castro

è risaputo che Arafat fu assassinato tramite del polonio, mentre era assediato dagli agenti del Mossad in una casa, e se fosse uscito sarebbe sicuramente stato ucciso con altri mezzi, ma esistono casi europei di complotti verosimili del genere, come il presidente Ucraino(la figlia fu persino imprigionata perchè contestava gli oppositori, che avrebbero vinto le successive elezioni). Quindi questi mezzi sono comuni in tutto il mondo, ma ciò che rende l'ipotesi del complotto verosimile nel caso di Chavez sono le coincidenze evidenti ed ecclatanti che abbiamo fra le mani: se la presidentessa dell'Argentina, Lula in Brasile, il presidente del Paraguay, ed altri presidenti dell'America latina in questi ultimi 4-5 anni si sono ammalati di cancro(lo stesso Evo Morales grande amico di Chavez e Fidel Castro sospettano qualcosa dietro queste strane malattie), e vuoi altra coincidenza seguivano la stessa linea di Chavez, contraria agli USA ed al blocco occidentale, promuovendo iniziateve a carattere sociale, per dare maggiore poter alle fasce più deboli della popolazione, stipulando alleanze politiche ed economiche che estromettevano di fatto Europa ed USA dall'utilizzo indiscriminato delle risorse dell'America Meridionale ed infine la vicinanza a paesi come l'Iran, Russia, Cina, Palestina, Cuba, tutto ciò ha un che di molto interessante.


Chavez e Lula Chavez e Morales 

Ciò che si può concludere circa Hugo Chavez è che lascia il Venezuela con una grande eredità, florida e rigogliosa, nonostante si possano contestare i suoi mezzi, come il colpo di stato armato fallito, piuttosto che i cambiamenti che ha apportato alla Costituzione venezuelana che gli permisero di continuare il suo mandato(anche se avrebbe vinto ugualmente le elezioni, come i fatti dimostrano). Vorrei dire a quei giornalisti europei ed americani che tanto lo contestavano, se a fronte di un miglioramento sensibile delle condizioni di vita della popolazione venezuelana, dove la scuola l'università e il sistema di ricerca hanno fatto grandi passi in avanti e stanno diventano un modello per il resto del pianeta, dove la disoccupazione e la povertà sono diminuite sensibimente, dove si è tutelato l'ambiente(in particolare le foreste pluviali), non sarebbe il caso di trarre dei giudizi meno faziosi e parziali? La verità che va al di sopra di tutte le critiche è una e solo una: Hugo Chavez era un uomo del popolo, per il popolo. Per questo la storia ed i cittadini del Venezuela lo ricorderanno in eterno nei secoli a venire per l'amore che ha dato al suo paese, anche con il gesto estremo della sua morte...indotta(?!). 

 

 

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