La nuova disperazione avanza

Attentato Quirinale1

Ieri mattina stavo guardando in tv la diretta del giuramento dei ministri che sarebbero andati a formare il nuovo governo. Tutto sembrava andare come da copione, ma poi ci fu la sparatoria e tutto venne avvolto da disperazione.

 

Un uomo in giacca e cravatta, vestito in maniera elegante, di 46 anni, si avvicina alla piazza di Palazzo Chigi, il giorno del giuramento del nuovo governo. Con se ha due cose: la disperazione ed una pistola di piccolo calbro carica. Vorrebbe passare dentro il Palazzo, ma non arriva nemmeno dentro la piazza, che due carabinieri in servizio lo intimano di fermarsi, in quanto la piazza è chiusa. Lui preso dal panico, estrae la pistola, fa fuoco prima ad uno, poi ad un secondo carabiniere, ferendoli entrambe, di cui uno in maniera grave. I colpi sono 7, tutto il caricatore viene finito, una scheggia colpisce una passante, una donna incinta in bicicletta. La gente, le forze dell'ordine, i giornalisti si abbassano. Non sono mortaretti, ma colpi di pistola. L'attentatore scappa, ma viene ripreso dopo pochi metri da degli agenti dei carabinieri.

Lui con un'espressione di dolore, più interiore che fisica, dice ai suoi assalitori di ucciderlo, di finirlo. La sua disperazione è all'apice. Si scoprirà più tardi il nome e la vita di questa persona. Una come tante altre. Sposato per due volte, separato, con 4 figli, di cui uno di 11 anni, la sua casa persa, il lavoro che non c'è, nonostante lui per tutta una vita abbia lavorato onestamente, era capace e responsabile, così ogni parente, amico o vicino di casa lo descriveva. Fedina penale candida, senza alcuna macchia. All'inizio venne considerato come folle, ma non lo era. Solo disperato. La dimostrazione che proprio oggi il giudice ha negato la perizia psichiatrica dell'individuo, in quanto lucido senza alcun dubbio e non affetto da nessuna patologia mentale. Aveva pianificato tutto.

Comprò la pistola carica al mercato nero d'Alessandria, città dove fino a poco tempo fa viveva, ma che dovette lasciare in seguito alla perdita del lavoro, tornò dunque presso i suoi genitori, due anziani settantenni a Rosarno in Calabria. Deciso il gesto folle 20 giorni prima, ed il suo obbiettivo era solo uno: fare del male ai politici. Subito al momento della cattura disse due cose fondamentali, che di ucciderlo perchè non ce la faceva più e che non odiava nessuno. A suo modo di vedere i politici erano gli autori della perdita del suo posto di lavoro, per questo avrebbe voluto fare un gesto di tal fatta così ecclatante. I carabinieri a telecamere spente subito si accorsero che si trattava di un disperato, infatti dissero che l'attentatore se l'era presa con loro poveri Cristi solo perchè non c'era nessun politico in piazza. Avevano tirato troppo la corda e questo era il risultato.

è la crisi, un virus che entra dentro le persone, le affligge, scuotandole dal di dentro, non lasciando nulla, per poi colmare con la disperazione, che una volta raggiunta la punta estrema è costretta a riversarsi all'esterno provocando questo tipo di situazioni. Il gesto di questo signore, insospettabile, sarebbe stato potuto essere effettuato da chiunque dei milioni di italiani che si trovano nelle sue stesse condizioni. Un gesto logico, comprensibile, ma non giustificabile. Uno Stato che non ti aiuta, che è indifferente al tuo grido, anzi che diventa il tuo carnefice con tasse e richieste sempre più assillanti ha la colpa di aver rubato in primis la dignità dell'uomo, in quanto senza lavoro non è più indipendente ed autonomo, così da poter vivere serenamente, ed in secundis la speranza del futuro, perchè è quella che in una situazione drammatica come quella attuale riesce a spingere le persone verso il futuro e non farle cadere nel baratro.

Il fatto che il signore in questione abbia giocato parte dei suoi soldi è solo una pura conseguenza della mancanza di lavoro e della situazione di disperazione che lo affliggeva. Ora si potrebbero fare vari commenti, su come in tv in diretta a sinistra dello schermo vi erano i ministri che giuravano, di come Napolitano fu informato dal comandante dei corazzieri con un foglio bianco, ed il suo sorriso di festa di quel giorno alla notizia si tramutò in un'espressione grave. A destra dello schermo tv, solo polvere, grida, sirene spiegate, ambulanze che accorrevano per soccorrere i feriti, forze dell'ordine chine e con le armi in mano, giornalisti e gente comune in fuga, e sangue. Napolitano, da grande uomo d'esperienza, ha lasciato per due minuti la situazione immobile, foto di rito e poi riunione per comunicare l'accaduto al nuovo governo e dare l'avvio alla classica procedura. Sconcerto più totale, comprensibile tra chi era dentro Palazzo Chigi.

Ci sono però tre osservazione che vorrei porvi alla vostra attenzione. Anzi tutto le varie foto e video dei carabinieri accasciati al suolo, immobili e sanguinanti, con il viso in bella mostra, non erano per niente un bello spettacolo, e ciò andava a violare sia il rispetto nei loro confronti e dei loro familiari, ma anche di quella norma di legge riguardante la privacy. Certo il buon senso avrebbe dovuto far si che i giornalisti non fotografassero o facessero video con i visi in bella mostra.

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La seconda osservazione è che sul web subito circolavano dopo poche ore delle teorie complottiste assurde. Ora, io sono un sostenitore della tesi che la verità spesso viene mascherata o modificata, come nel caso dell'11 settembre, ma questo caso, questa fattispecie mi pare così singolare, che il dubbio su di un possibile complotto ad opera di una regia obliata e nascosta sia assolutamente impossibile. Eppure sul web circolava la "prova" che siccome l'attentatore indossasse delle scarpe militari come quelle dei carabinieri, allora dovesser essere tutto per forza una finzione, una cosa voluta per dare credito al nuovo governo che firmava e giurava proprio in quegli attimi. Peccato che le scarpe dell'attentatore fossero non militari, ma eleganti, con rifiniture sia sulle punte che ai lati, e le foto dimostrano questo. Sconcertante il fatto che nonostante la cosa sia evidente, ci sia gente che scriva e parli a vanvera, non ragionando razionalmente, ma ascoltando come pecore quello che uno ha detto tanto per dire.

Infine la terza ed'ultima osservazione è che alcuni esponenti politici, altamente discutibile, tra cui alcuni di questo nuovo governo, abbiano dato più o meno esplicitamente la colpa di questa sparatoria al clima teso che si era venuto a formare negli ultimi giorni, ma ad opera di un mandante: il M5S. Ora questa è un'assurdità, perchè il movimento si è sempre dichiarato ed ha dimostrato di essere per la pace, per la non violenza, e allontana in ogni momento ogni spinta a possibili conflitti militati o civili. Se c'è una forza politica che è volta alla pace è proprio il M5S. Pensare che il gesto di questo signore sia stato influito da ciò che il movimento ha fatto è inconcepibile. Putroppo la strumentalizzazione di questi fatti così gravi è ancora più grave del fatto medesimo.

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