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Tra il Pacifico e le Ande, su di un'area di quasi 520 km quadrati, sono stati tracciate delle linee raffiguranti enormi disegni geometrici, animali e non solo. Ma chi le ha disegnate e perchè?
L'altopiano di Nazca è uno dei luoghi più aridi della Terra, tra le città di Nazca e Palpa, nel Perù meridionale. Per darvi l'idea del clima che lì si trova, se una persona in questo momento camminasse su quel terreno, le sue impronte rimarrebbero visibili per molti anni, probabilmente decenni. Il suolo di tale luogo è composto da un misto di sabbia, argilla e calcite, è arido ed il suo colore varia da un giallo ocra ad un rosso scuro. La superfice è spezzata qua e là da aguzzi frammenti di roccia rossiccia, trasportata dal vento, divenuti neri per via dell'azione del lieve manto di polvere del deserto.
Ad eccezione di qualche appunto lasciatoci dai cronisti spagnoli tra il XVI e XVII secolo, le linee di Nazca furono ingnorate fino a circa 50 anni fa. Le linee sono tracciate rimuovendo le pietre contenenti ossidi di ferro dalla superficie del deserto, lasciando così un contrasto con il pietrisco sottostante, più chiaro. La pianura di Nazca è ventosa, ma le rocce della superficie assorbono abbastanza calore per far alzare l'aria proteggendo il suolo. Così i disegni giganti sono rimasti intatti per centinaia di anni. Ciò nonostante, a causa delle caratteristiche del suolo è molto difficile poter datare con sicurezza il periodo in cui furono costruite, specialmente per la difficoltà di applicare il sistema di datazione con il Carbonio 14, che non ha dato risultati soddisfacenti. Gli scienziati si sono avvalsi di altri metodi, come il confronto tra le figure dei geoglifi e quelle trovate sul vasellame della civiltà nazca. Ai margini della Pampa, gli archeologi hanno scoperto la città cerimoniale dei nazca, Cahuachi, da cui si ritiene provenissero gli artefici delle linee, create raschiando la roccia fino a mettere a nudo il giallo sottostante.
La cultura di nazca sorse in seguito al declino della cultura di paracas, verso il 200 d.C. e viene divisa in 3 periodi: antico, tardo e terminale(che coincidono con i tipi di ceramica studiati dagli archeologi). Nei disegni che decorano le ceramiche, gli antichi abitanti di Nazca non hanno raffigurato solo se stessi, ma anche i loro feticci, quindi animali e divinità, piante, utensili e persino strumenti musicali. Le ceramiche del periodo antico erano molto variopinte(si dipingeva immediatamente, senza necessità d'incisione precedente) e presentavano una maggiore varietà di disegni a carattere naturalistico, mentre quelle del periodo tardo è caratterizzato da disegni più stilizzati e scadenti, ciò a dimostrazione dell'influenza di una cultura vicina, ovvero quella dei wari dei bassipiani.
Per poter osservare nella loro completezza questa splendide raffigurazione sul suolo, bisogna stare almeno a 500 m d'altezza. è proprio questo uno degli elementi che giustificherebbe l'ipotesi che siano stati degli esseri alieni, invece che la popolazione di Nazca a disegnare queste opere, o che non fossero delle raffigurazioni, ma delle piste d'atterraggio per navi aliene(tutto ciò rimane un'ipotesi, in quanto c'è solo questo elemento, pura congettura, almeno fino ad oggi). Ciò che rende particolare tale luogo è che da almeno 10 mila anni(all'epoca non vi era deserto, ma foreste tropicali, come quelle che sono sparse in gran parte dell'America latina) non si verifica una precipitazione atmosferica, dunque ecco perchè tali linee si sono conservate in maniera così ottimale. Proprio per queste condizioni climatiche particolari, la NASA stessa ha effettuato in tale regione alcune ricerche e studi per verificare se fosse possibile la vita su Marte, data la comunanza di alcune caratteristiche climatiche. Aggiungo che il terreno contiene anche gesso, quindi i vari ciotoli e pietre si attaccano al suolo, grazie all'azione umidificante delle ore notturne(altro elemento che ha preservato le linee).