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    Venerdì, 25 Gennaio 2013 17:11

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    Mercoledì, 23 Gennaio 2013 19:19

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    Mercoledì, 08 Maggio 2013 18:23

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    Giovedì, 24 Gennaio 2013 18:38

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    Giovedì, 28 Febbraio 2013 21:15

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    Domenica, 09 Giugno 2013 16:54

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    Domenica, 24 Marzo 2013 17:59

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    Venerdì, 15 Marzo 2013 13:37

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  • Lemuria: tra giganti e miti

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    Sabato, 21 Settembre 2013 12:38

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    Sabato, 11 Maggio 2013 13:43

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Lemuria: tra giganti e miti - Lemuria: tra giganti e miti2

Circolano in rete varie dicerie, non sostenute da alcuna evidenza concreta di reperti o di ipotesi con un barlume di serietà. Ad esempio si è ipotizzato che Lemuria fosse stata creata prima di Mu, cosa sciocca, dato che i miti riportano che proprio da Mu si originò Lemuria ed anche Atlantide. Infatti, lo stesso mito di Mu, racconta che questo continente venne meno a causa di un imponente esplosione che fece migrare la popolazione secondo due vie, da cui poi si originò Atlantide e Lemuria. Altra teoria assurda è quella che le tavolette di Naacal del colonnello inglese furono d'ispirazione per Mosè per le Tavole della Legge. Mi chiedo come si possa solamente pensare una cosa del genere: come dire mettere elefanti e formiche nello stesso recinto. Leggendo le tavolette, Churchward venne a conoscenza di un fatto curioso e sorprendente: la narrazione dei cataclismi che travolsero il continente 12.0000 A. C. Essa dice: "Quando la stella Bal cadde là dove ora non c'è che mare, le sette città tremarono con le loro porte e i loro templi. Scoppiò una grande vampata e le strade si riempirono di fumo denso. Gli uomini tremarono di paura e una grande moltitudine si riparò nei templi e nel palazzo del re. Il re disse: -Forse non l'avevo annunciato?- e gli uomini e le donne vestiti con abiti preziosi e adornati con preziosi gioielli lo implorarono e lo pregarono: -Salvaci, Ra-Mu!- Ma il re predisse loro che sarebbero morti con i loro schiavi e loro figlie e che dalle loro ceneri sarebbe sorta una nuova razza umana."Churchward1

Helena Petrovna Blavatsky(1831-1891), fondatrice della "Società Teosofica",nel 1888 sostenne che Lemuria era davvero esistita. Ne aveva letto in un misterioso libro,intitolato "Libro di Dzyan",noto anche come "Stanze di Dzyan", un antichissimo testo scritto ad Atlantide in una lingua ormai estinta,chiamata Senzar. Il manoscritto racchiuderebbe tutta la storia dimenticata dell'Uomo. La Blavatsky asseriva che dei Maestri o Mahatma residenti in Tibet, le inviavano messaggi telepaticamente e così sarebbe venuta a conoscenza di questo libro. Secondo lei, l'umanità è destinata a svilupparsi secondo sette razze, di cui le prime due non sarebbero state esattamente 'corporee' mentre la terza, sarebbe stata costituita dai giganti ermafroditi che popolavano Lemuria, mentre la quarta fu quella degli Atlantidei, che conoscevano molto bene la magia e le scienze esoteriche. Entrambi i due continenti, sarebbero scomparsi in seguito al continuo ricorso alla magia nera. Però tra la popolazione distrutta alcuni grandi iniziati si sarebbero salvati, portando le loro conoscenze segrete e ataviche per tutto il mondo.

Si è ipotizzato che la cultura di Lemuria e Mu fosse stata tramandata per molti millenni dopo la loro scomparsa, attraverso i racconti e le leggende. Gli stessi racconti che furono narrati allo scopritore dell'Isola di Pasqua dai nativi del luogo, eredi di un'antica cultura orma perduta ed estinta. A migliaia di km di distanza da quella piccola isola sperduta nel Pacifico, in Perù si racconta del mito del dio bianco e barbuto Viracocha, oppure in Bolivia di Tiahuanaco in Bolivia. Dal punto di vista geologico e scientifico, l'ipotesi che l'Isola di Pasqua fosse parte di un grande continente sommerso, non è del tutto inverosimile. Infatti, esiste una dorsale sottomarina nell'Oceano Pacifico, detta dorsale dell'Isola di Pasqua, che si estende tra l'Equatore e l'Antartide, prolungamento verso Sud-Ovest della dorsale delle Galàpagos. Le attuali Isole Galapagos sono in effetti chiaramente gli altopiani e i picchi di ciò che resta molto probabilmente di un'isola assai più estesa, o forse un modesto continente. Isole di origine vulcanica,l e Galapagos venivano anche chiamate "isole Incantate". Sono costituite da svariate isole: I sabela, Santa Maria, Espanola, Santa Cruz, Salvador, Fernandina, Pinta e Marchena per citarne alcune delle maggiori dell'arcipelago; alcune di esse sono completamente disabitate. Vi albergano una flora ed una fauna del tutto particolari.

Dove altrove sul Pianeta terra, alcune specie di uccelli o pesci risultano estinti, alle Galapagos sono caratteristici. Jack Sheppard, in un articolo apparso sulla rivista americana "Fate",del maggio 1950,sostenne che un presunto continente ora sprofondato, lasciando solo questo arcipelago, aveva nome "Tchachillia", i cui discendenti oggi vivono divisi in due colonie sulla terraferma, nell'odierno Ecuador. Essi hanno un idioma del tutto peculiare e si definiscono tchachillia: la loro storia si tramanderebbe dalla notte dei tempi, attraverso i loro capi e sarebbero fieri di discendere da antiche genti che un tempo popolavano il continente Tchachillia, di cui le Galapagos sanno essere le vestigia superstiti. La particolarità sta nel fatto che questa popolazione non ha caratteri antropometrici e fisici comuni a quelle degli altri Ecuadoriani, indios o altre razze negroidi, bensì la maggioranza di loro ha gli occhi blu e i capelli chiari.

Difficile capire se all'interno di questo gran guazzabuglio vi sia verità con la storia di Lemuria e se questo continente fosse esistito realmente e dove si trovasse, nel Pacifico o nell'Indiano, o in ambedue gli oceani? Certo è che il mito rende sempre più affascinante questa civiltà scomparsa. Nel corso degli anni sono state fatte numerosissime ricerche, ipotesi per tentare di chiarire il mistero di questo luogo attingendo spesso da leggende, miti tramandati dagli sciamani locali ancora custodi degli antichi saperi di ormai vecchia data. Tra le tante leggende ce n'è una in particolare proveniente dalle isole Caroline narrata da Peter Kolosimo in "Non è terrestre" dove, ancora una volta, sono protagonisti misteriosi "uomini bianchi con strani arti di magia ". Essa racconta:

"Un giorno molto lontano giunsero a Ponhpei, su strane barche lucenti alcuni stranieri bianchi. Non parlavano la nostra lingua ma portavano con sé genti della nostra razza che noi comprendevamo, benché la loro lingua fosse diversa dalla nostra, per il fatto di aver adottato, da molto tempo i costumi degli stranieri. Questi ultimi narravano belle favole su una terra che si estendeva dove ora c'è il mare, con edifici meravigliosi e uomini e donne felici. Gli stranieri ci mostrarono strane arti di magia e così nacquero nell'oceano isole nuove e le nostre navi volarono sulle onde e nessuno nemico per quanto fosse forte e armato poteva abbattere le nostre fortezze. Ma un giorno venne una grande tempesta che riuscì a fare quello che gli avversari non avevano fatto. Le superbe costruzioni furono distrutte nel corso di poche ore e molte isole che prima rallegravano il mare con i loro fiori e con il canto degli abitanti, sprofondarono negli abissi. Gli stranieri che sopravvissero ci invitarono a ricominciare il lavoro; ma i nostri conterranei erano troppo pigri e non seguirono le esortazioni dei maestri che anzi cacciarono dalle loro terre. Così il popolo delle isole decadde e il fratello non riconobbe il proprio fratello." Nacaal

Torniamo ora con i piedi per terra, cercando di far luce su tutta questa serie di mole d'informazioni. Abbiamo parlato di Lemuria, di che tipo di civiltà poteva abitarla, di quali comunanze ci fossero con Mu ed Atlantide, di come potesse essere dislocata nei due oceani. Aggiungiamo nuovi elementi più recenti. Nel 1904, nel corso di una riunione dell' Accademia Scientifica Britannica, Isidoro Geoffrey St. Hilaire fece osservare che, se si volesse classificare l' isola di Madagascar soltanto in base a considerazioni tratte dalla zoologia, senza riferimenti alla sua posizione geografica, si potrebbe dimostrare che quella terra non è nè africana nè asiatica, ma del tutto differente da entrambe, quasi facesse parte di un altro continente: Lemuria

Secondo l'inglese Selater, la superficie che adesso è occupata dalle acque del mare del Sud faceva parte di una lunga lingua di terra che comprendeva le isole della Sonda e raggiungeva la costa orientale dell' Africa. A.R. Wallace avalla questa ipotesi basandosi soprattutto sulla flora e sulla fauna identiche in terre adesso così lontane, senza contare il tipo stesso della composizione delle rocce granitiche comuni al di là delle acque. Fornisce anzi una propria teoria e nel secondo volume della "Distribuzione geografica degli animali" edito a Londra nel 1876, giunge a precisare che "nell' emisfero australe siano esistite tre grandi masse di terra che, per quanto simili, rimasero sempre ben distinte". Il lento evolversi del nostro pianeta, nel suo continuo divenire, il movimento dei mari e dei ghiacciai, le eruzioni di vulcani terrestri e sottomarini, le spinsero lentamente verso il nord, e ciascuna dette vita a quelle che adesso sono l' Africa del Sud, l' Australia e l' America del Sud. A sua volta il prof. H.F. Bleandford in una relazione alla Società Geologica di Londra, parlando delle affinità fra i fossili di animali e di piante rinvenuti in Africa ed in India, avanza la teoria che vi fosse là, dove adesso si stendono le acque dell'Oceano Indiano, una terra che collegava direttamente l'Africa, l' India meridionale e la penisola di Malacca. Senza contare che se esaminiamo la configurazione geografica dei gruppi delle isole Adlas, Laccadive e Maldive, possiamo facilmente immaginare che questi atolli corallini facessero parte di una catena di montagne ora sommerse. La zona dell' Oceano Indiano dove avrebbe dovuto trovarsi Lemuria.Lemuria1

Confrontando le due carte di Lemuria rinvenute da W. Scott-Elliot presso una comunità di adepti tibetani che conserva molti resti delle civiltà preistoriche, possiamo meglio osservare il lento evolversi del continente: terre a poco a poco sommerse dalle acque o disgregate dalle eruzioni vulcaniche. Attualmente ben poco ci è rimasto di quella che fu "la culla dell' uomo": le isole del Pacifico e dell' Oceano Indiano, le coste della Cina e del Giappone, l' Australia, il Madagascar. E proprio nel Madagascar come ho detto in precedenza, vive una piccola scimmia che porta lo strano nome di Lemuride. E' una scimmietta piccola, vivace, coperta di un morbido e lungo pelo, e si ritiene che sia stato tra i primi mammiferi della Terra. Nei suoi occhi antichi c' è forse ancora il ricordo di foreste di felci gigantesche, di enormi dinosauri. In questo mondo di cose che la sovrastavano, la piccola scimmietta conobbe l' uomo: era un uomo in piena armonia con il paesaggio che lo circondava, era il padrone di quella terra, l' unica creatura intelligente, era un Gigante.

Non si tratta di fantasia. Rinvenimenti archeologici di provata serietà confermano l 'esistenza di una razza umana di dimensioni gigantesche che popolò la terra circa 40.000 anni fa. Un noto paleontologo cinese, Pei Wendchung, scoprì a Gargajan, nelle Filippine, uno scheletro umano alto 5 metri, altri in Cina di 3 metri e mezzo ed ha accertato che la loro età risaliva al 35.000 a.C. Un altro studioso francese, il capitano Lafenechère, durante alcuni scavi effettuati in Marocco, rinvenne utensili ed armi da caccia di dimensioni sbalorditive: una scure a due tagli del peso di 8 kg. Per impugnare l' enorme manico occorrerebbe una mano proporzionale ad un uomo alto almeno 4 metri! Altri resti di gigantesche creature sono stati trovati in Siria, nel Pakistan, e nell'isola di Giava. Storicamente, poi, non esiste antico popolo nella cui mitologia sacra o profana non si trovi riferimento a qualche popolo di giganti.

Nella Bibbia ne incontriamo moltissimi e, si badi bene, non se ne parla mai come esseri eccezionali, bensì come una razza diversa, con una sua particolare caratteristica, rappresentata, in questo caso, dalla grandezza delle dimensioni. Nel VI capo della Genesi si legge: " Ed erano in quel tempo dei giganti sopra la Terra", mentre nel XIII libro dei Numeri sappiamo che a Chanaan viveva un' intera popolazione, i figli di Enach, "paragonati ai quali noi (gli esploratori mandati da Mosè) parevamo locuste". E poi i Mfilim e gli Enim del paese di Moab, distrutti da Giosuè, ed Og re di Basan, il cui letto di ferro "ha nove cubiti (m 4,7) di lunghezza e quattro (m. 2) di larghezza" (Deteronomio cap. III). Senza parlare infine di Golia, anch'esso non fenomeno isolato, ma appartenente al popolo gigantesco dei Kephaim. Alla Bibbia si possono accostare le antiche leggende delle isole Caroline o quelle Tolteche che parlavano del popolo dei Quinametzini, razza di uomini grandissimi che popolavano la Terra e che, a poco a poco, si estinsero in tragiche e feroci lotte prima tra loro stessi, e poi con gli altri uomini, .

Xelua ed i suoi sei frateli, sono invece i giganti dei quali la mitologia messicana racconta la storia. Scampati miracolosamente ad uno dei terribili cataclismi che dovevano portare alla disgregazione di Lemuria, i sette fratelli vollero ringraziare il loro Dio delle Acque, Tlalos, consacrandogli il monte sul quale si erano rifugiati, ed in suo onore costruirono uno "zacauli", una costruzione granitica a forma piramidale che avrebbe toccato il cielo se gli altri Dei, gelosi ed irritati dalla loro presunzione, non avessero fatto piovere fuoco sulla terra, causando così la morte dei costruttori. Ma la ciclopica torre non crollò completamente: la sua enorme base, alta 54 metri, si crede possa essere identificata nella piramide quadrangolare che è stata rinvenuta nella città messicana di Cholula, a 13 chilometri da Puebla. Una diffusa leggenda indigena sembra confermarlo, narrando che, sulla Terra, vi furono prima Giganti buoni che aiutarono gli uomini ed insegnarono loro molte cose. Il loro re era Tagaro, ed era disceso dal cielo. Ma vennero poi giganti cattivi e cannibali capeggiati da Suque, che pretesero sacrifici umani, e così fu necessario costruire tavoli di pietra davanti alle loro statue. Tagaro cercò di frenare la loro crudeltà, ma Suque si ribellò e ne nacque una terribile strage. I Giganti scomparvero, ma gli uomini, temendo ancora la loro collera ed il loro ritorno, continuarono ad erigere statue ed ad offrire vittime. 

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