Massime del Buddha e del pensiero buddista
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Massime del Buddha e del pensiero buddista
Published in Poesie - Sonetti - Ballate
Se non ci turbasse la paura dei fenomeni celesti e quella della morte, ch'essa possa
essere qualcosa che ci tocchi da vicino, e il non conoscere il confine dei piaceri e dei dolori, non
avremmo bisogno della scienza della natura.
Non sarebbe possibile dissolvere ogni timore intorno alle cose di maggior importanza
se non si sapesse quale sia la natura dell'universo, ma si vivesse in sospettoso timore delle cose
che ci raccontano i miti; non sarebbe possibile cogliere i piaceri nella loro purezza senza la
scienza della natura.
Non gioverebbe a niente il procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini finche si
continuasse a nutrire timore riguardo a ciò che sta sopra di noi, o sottoterra, o in generale
nell'infinito.
Se la sicurezza nei riguardi degli altri uomini deriva fino a un certo punto da una ben
fondata situazione di potenza e ricchezza, la sicurezza più pura proviene dalla vita serena e
dall'appartarsi dalla folla.
La ricchezza secondo natura ha confini ben precisi ed è facile a procacciarsi, quella
secondo le vane opinioni cade in un processo all'infinito.
Poca importanza ha la sorte per il saggio, perché le cose più grandi e importanti sono
governate dalla ragione, e cosi continuano e continueranno ad essere per tutto il corso del
tempo.
Il giusto è privo in assoluto di turbamento, mentre l'ingiusto è ricolmo del turbamento
più grande.
Non cresce il piacere della carne, ma solo subisce variazione, una volta che sia
rimossa tutta la sofferenza che viene dal bisogno. Il limite dei piaceri che la ragione ci prescrive
è prodotto dal calcolo razionale di questi stessi e di tutte le affezioni dello stesso tipo, che
procurano all'anima i più grandi timori.
Un tempo illimitato contiene la stessa quantità di piacere che uno limitato, quando i
confini dei piaceri si valutino con retto calcolo.
La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere
è anch'esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di
ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una
vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal
piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di
andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.