Un pianeta lastricato di cemento

Inquinamento

 

L'uomo ha una vita media attuale di 75-80 anni. Un granello di sabbia rispetto all'età del nostro pianeta. Eppure l'esistenza dell'uomo ha portato a degli importanti cambiamenti nell'ambiente. L'uomo possiamo dirlo con certezza è stato per la Terra il fattore determinante. Il suo vivere si è modificato nel corso della sua esistenza secondo milioni di anni e questo ha avuto ripercussioni fenomenali su tutto l'ambiente.

Negli ultimi due secoli, partendo dalla rivoluzione industriale ad oggi, abbiamo assistito all'incuria del genere umano per l'ecosistema planetario, sia marino che terrestre, un comportamento unico nel suo genere fra tutte le specie di esseri viventi che hanno e popolano la Terra. Una distruzione indiscriminata, senza alcun contegno e parsimonia in termini di risorse naturali. Tutto per un unico scopo: il profitto.

Questa logica è relativamente nuova, infatti prima dell'800 la terra veniva coltivata, trattata con cura, rispettata, perchè era proprio da questa che l'uomo traeva i generi di prima sussistenza, dal cibo, ai vestiti, al materiale per la costruzione. Con l'avvento dell'industria invece l'uomo ha elevato al cielo l'idolo per eccellenza, il Dio Denaro. Secondo questa logica di consumismo sfrenato e senza ritegno, chi più produce e vende si arricchisce a discapito della moltitudine, la quale si trova in uno stato di eterna incertezza e deve sottostare alle regole del mercato. Nel caso in cui il piccolo si ribellasse verrebbe con molta probabilità schiacciato dai pochi detentori dell'enorme potere.

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Questo meccanismo è molto chiaro, presente persino in letteratura(1984 di Orwell). Quello che più preme considerare è il modo con cui questo scenario sta diventando incontrastato e minaccia l'esistenza di un pianeta, la Terra, la nostra casa. Le foreste vengono disboscate per dare spazio a coltivazioni intensive, pascoli enormi per animali da macello che diverranno esausti in pochissimi anni, terreni da costruzioni per opere inutili. Dal mare alla terra lo stupro della nostra casa non ha limiti.

Abbiamo estinto con il nostro operato migliaia di specie viventi, sia animali che floreali, di terra e di mare. Da una parte facciamo finta di preoccuparcene, dall'altro le serviamo nei migliori ristoranti, oppure ipotizziamo l'idea balzana di riportali in vita estraendo dalle loro carcasse ed ossa il DNA. Tutto questo sabotando l'ecosistema, che per essere benefico deve rimanere in una condizione costante d'equilibrio. Cerchiamo di mettere una toppa di pezza sullo scafo di una nave enorme e pretendiamo in maniera molto ipocrita che questo possa bastare per poter contenere l'emergenza.

Mi sono reso conto di quanto sia presente questo schema d'azione persino nella nostra mentalità. Infatti se chiedessi ad una persona di lasciare la città per vivere in campagna, allevando bestie, coltivando, riducendo al minimo l'inquinamento, applicando un'economia sostenibile, con fonti di energia rinnovabili, pochi dei veri sostenitori di questa tesi mi seguirebbero. Perchè? La risposta più comune è la più disarmante e semplice: non ci sarebbe nulla da fare in campagna, vivremmo in mezzo al nulla.

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A questi signori e signore vorrei rispondere con veemenza, dicendo che quel nulla che intendono è la nostra casa e si chiama natura, che senza di essa noi saremmo già estinti da milioni di anni, che noi dobbiamo tutto ad essa, perchè quando non avevamo case fatte di mattoni e cemento, lei ci ha dato riparo, tra le fronde degli alberi e nelle grotte, ci ha dato da mangiare, sostenendoci nei nostri viaggi e nella nostra quotidianità, ci ha vestito. Tutto questo senza chiederci nulla in cambio. Siamo circondati da oggetti inutli che non apportano nulla al nostro sapere. Compriamo solo per il gusto di dire <Ho questo oggetto, sono alla moda>. Ecco che allora se considerassimo la natura nella sua totalità, come pianeta Terra, ed Universo tutto ed infinito ci accorgeremmo del senso della nostra vita: l'unità.

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L'unità è molto più dell'amore. è qualcosa che le parole non possono descrivere, solo l'esistenza in comune con il tutto può dare modo di capire questo archetipo. Allora dobbiamo ritornare a vivere a misura d'uomo, come essere vivente rispettoso dell'ambiente circostante, conscio dei propri limiti, ma non per questo triste, anzi felice, di poter conoscere ogni giorno nuovi aspetti della vita dalla natura che ci circonda e che è ben più antica di noi. Tornare alle proprie origini, con le conoscenze di oggi, per un'elevazioni sociale, una seria presa di coscienza di se stessi, solo così sarà possibile salvaguardare il pianeta da questo sfruttamento incontrollato.Se un giorno mentre camminassimo sereni in mezzo ad un bosco ci potessimo accorgere di un leggerissimo suono, quasi una soave musica impercettibile, allora in quel momento staremmo ad ascoltare l'erba che cresce ed avremmo capito il significato dell'essere e dell'unità.

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