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L'arte della comunicazione - L'arte della comunicazione2

Informazione2


La nuova interlocutrice usa i pezzi grossi d'artiglieria, attacca prima con una frecciatina il conduttore, poi allo stesso tempo lo guarda continuando nel suo discorso, nonostante sia rivolto alla deputata di prima, e nel mentre muove ambedue le mani, supportando la propria tesi, spiegando con i gesti quello che intende far capire, specie al 1:38 dove quando dice la parola "cresce", fa un gesto con la mano destra di ascesa verso un punto immaginario dello spazio, conferendo maggiore intensità al suo messaggio. La deputata si dimostra capace all'inizio, ma cade nel medesimo errore della sua collega, ovvero abbozza quel sorriso, che rende il tutto un po ironico, per certi versi spocchioso, modificando la rotta del senso del discorso e portando invece il tutto verso una zona di derisione invece che di costruzione.


1:52 questo ultimo elemento viene immediatamente avvertito da un soggetto che era rimasto in silenzio per tutto questo tempo, tenta di replicare brevemente guardando la signora senza gesti eclatanti, ma la deputata persevera, per cui la prima signora corre in soccorso del nuovo giunto, innescando una reazione di sovrapposizione di voci, dove l'utente finale, ovvero il pubblico non sente e tanto meno recepisce assolutamente nulla, tranne che quei 3 soggetti sono in disaccordo su qualche strano elemento mal compreso. 2:05, piccola nota, applauso come quello precedente lavorato a tavolino, ma molto meno breve, ma sufficiente per produrre l'effetto medesimo. Al 2:20 la deputata si riferisce al pubblico, cercando di essere seria, ma dimenticandosi che è rimasto sul suo viso quel sorriso abbozzato ed è qui che finalmente scatta l'arte della comunicazione, la BUGIA. "Non è che ogni per acquisire consensi bisogna attaccare Berlusconi...fate proposte, fate proposte anche voi..". Ora qui si gioca una partita rischiosissima e vi spiego il perchè.


La signora fa quello che nel gergo del poker viene chiamato "all-in", cioè si gioca il tutto per tutto, sapendo che se verrà sbugiardata perderà tutto quanto. Dimenticate la prima parte della frase che non ci interessa, ma soffermatevi sul "fate proposte, fate proposte anche voi". La signora ha per tutto il tempo criticato l'avversaria, come anch'essa aveva fatto(salvandosi in corner negli ultimi 5 secondi di discorso), sa bene che non ha detto nulla di differente rispetto a lei, ma sa anche che le persone ed il pubblico non hanno recepito nulla del suo messaggio, quindi l'unico modo per poter vincere questo duello in parola, sarà quello di azzardare qualcosa in più. Questo qualcosa in più la bugia del discorso, perchè lei consapevole di non aver menzionato alcun tipo di proposta critica l'avversaria su questo versante e si trova dalla parte del manico del coltello solo perchè toccava a lei parlare(anche se il conduttore avrebbe voluto andare avanti). Ciliegina sulla torta ed il "anche voi". Si presuppone che la propria fazione si sia comportata in maniera diversa, ma si distorce la realtà perchè ciò non è vero, nè da una parte nè dall'altra.


Il risultato ha dell'incredibile. Scatta l'applauso per la deputata, elle continua scimmiottando l'elenco di fine dialogo della rivale, poi però cade in rovina, perchè viene stanata dalla prima deputata, che acquisisce un altro applauso, il conduttore tenta di porre una toppa, non ci riesce(ancora una volta), la deputata continua nel suo discorso finendo però senza applauso. Sembrerebbe che la bugia sia stata sbugiardata, ma in realtà non è così. Il pubblico ha applaudito per 3 volte, una prima per la deputata, poi per la seconda, ed infine di nuovo per la prima. Ci sono stati applausi indistintamente per ambedue le parti in causa, ma nessuna è riuscita realmente ad erigersi sull'altra, perchè ambedue hanno giocato forza l'una contro l'altra, dimenticandosi il vero significato della comunicazione: apprendere.


In sostanza per dirla in parole povere: è finito tutto in caciara e il pubblico non ha capito nulla, si dimenticherà della bugia detta e si ricorderà solo di un gran caos.

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